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02/03/2023

Pnrr, i sindacati al ministro Fitto: "Coinvolgere le parti sociali nell'attuazione"

Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato il titolare del dicastero a margine della presentazione del decreto di attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma le posizioni sono contrastanti

I sindacati hanno espresso parere contrastante al nuovo decreto di attuazione del Pnrr diramato dal ministro Raffaele Fitto. 

La posizione della Cisl

La Cisl ha espresso giudizio positivo dall’incontro con Fitto. Lo dichiara in una nota il segretario confederale Ignazio Ganga, al termine dell'incontro.

"Registriamo positivamente la disponibilità e l'apertura del ministro ad un rafforzamento della partecipazione delle forze sociali alla governance del Pnrr, attraverso il coinvolgimento diretto nella cabina di regia che - sottolinea Ganga - nelle intenzioni del ministro agevolerà la conoscenza di merito e la valutazione delle diverse fasi di attuazione dei progetti e delle riforme del Pnrr, nonché la messa a terra dei relativi investimenti e favorirà il recepimento dei contributi delle parti sociali".

Inoltre, per la Cisl è "importante l'intenzione del ministro a strutturare la nostra partecipazione anche attraverso approfondimenti settoriali e tematici, che verranno definiti prossimamente in concomitanza con la redazione definitiva del provvedimento relativo alla riforma della governance.

La Cisl ha fortemente sollecitato l'impegno, accolto dal ministro, ad una politica unitaria per la gestione coordinata degli strumenti e dei fondi.

Sarà questa la via attraverso la quale i progetti non realizzabili entro la scadenza del Pnrr al 2026 potrebbero essere conseguiti attraverso gli altri strumenti della politica di coesione che hanno scadenze più avanzate", conclude Ganga.

La posizione della Cgil

Di diverso tenore la Cgil, secondo cui “il nuovo decreto sul Piano di ripresa e resilienza, pensato per accelerare la procedura di spesa delle risorse, rischia di non cogliere l'obiettivo e di rendere più complesso il contesto normativo, oltre a depotenziare il sistema dei controlli a causa di una ulteriore accelerazione delle procedure" e di fatto non affronta "i nodi strutturali". Ad affermarlo la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.

Per la dirigente sindacale "un elemento di criticità è l'eccessivo accentramento della partita dei fondi sia ordinari che straordinari.

Non è con l'ennesimo decreto semplificazioni e con la revisione della governance che si risponde al problema strutturale del nostro Paese della capacità di programmazione e di spesa.

La difficoltà nella progettazione e nella programmazione degli investimenti risiede - sottolinea Fracassi - nella mancanza di personale in particolare negli enti territoriali locali.

Occorrerebbe quindi far fronte alle carenze attraverso: stabilizzazioni di tutto il personale precario, nuove assunzioni, valorizzazione professionale.

Inoltre - aggiunge - questione completamente elusa dal ministro è quella del superamento del meccanismo dei Bandi competitivi che rischiano di fotografare i divari territoriali e non superarli".

Rispetto al livello di partecipazione e confronto con le organizzazioni sindacali, per Fracassi "persiste un problema di partecipazione e mancanza di coinvolgimento nei processi decisionali, nonostante sia previsto dallo stesso regolamento europeo.

Rivendichiamo - conclude - un confronto strutturato e continuo sul Pnrr e su tutti i fondi europei e la piena applicazione del Protocollo sottoscritto a dicembre 2021".

La posizione della Uil

"Un incontro interlocutorio quello odierno tra i sindacati e il ministro Fitto sul Pnrr e sui fondi comunitari".

Lo afferma la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, sottolineando tra l'altro che "il tema della partecipazione e del dialogo sociale che non può esaurirsi in riunioni meramente informative senza avere la possibilità di entrare nel merito preventivamente delle tematiche.

Chiediamo quindi che venga applicato il protocollo sottoscritto a palazzo Chigi a dicembre 2021. Vogliamo un confronto vero e non un'informativa. Ora attendiamo i passi conseguenti del ministro".

Incontro, sottolinea ancora, "chiesto da Cgil Cisl Uil e convocato con altri soggetti, ma questo ormai, purtroppo, sta diventando una scelta identificativa di questo governo.

Abbiamo posto il tema dell'accelerazione della messa a terra dei progetti del Pnrr e della loro complementarità con le risorse della coesione europee e nazionali.

Si tratta di risorse importanti per il nostro Paese, ma bisogna passare dalle parole ai fatti, cercando di superare l'atavico problema tutto italiano dell'impiego delle risorse europee. E purtroppo il recente decreto sul Pnrr dà delle risposte parziali a questi temi".

Veronese spiega che è stata "posta al ministro l'esigenza di investire in un piano che rigeneri la pubblica amministrazione con assunzioni straordinarie a tempo indeterminato, anche rivedendo i parametri assunzionali negli Enti locali compresi quelli in dissesto e predissesto, oltre alla riqualificazione del personale già in servizio.

Occorre, inoltre, prestare molta attenzione alle deroghe in nome della semplificazione e dell'accelerazione, perché possono dare il via libera all'illegalità e alla corruzione.

Temi che poi impattano direttamente sulle persone che lavorano, in particolare sull'applicazione dei Ccnl, sulla regolarità contributiva e sulla sicurezza sul lavoro".

Redazione Cuoreeconomico
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