ven 12 dic 2025

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Ponte sullo Stretto, Cgil e Cisl: “No a svuotamento del Fondo di sviluppo e coesione”

Continuano le durissime prese di posizione contro la decisione del Ministero dei trasporti di stornare denaro dai fondi per lo sviluppo regionale. Gesmundo e Mannino: “Salvini fa apparire e scomparire risorse, sulla pelle di siciliani e calabresi, le cui regioni hanno bisogno di essere ammodernate”. La Cisl: “Ci preoccupa che la scelta di indirizzare per la realizzazione dell’opera risorse precedentemente finalizzate ad altre investimenti a valere sui fondi di coesione possa far venir meno una programmazione sulla quale riteniamo si debba continuare ad insistere”

Continua a far discutere la rimodulazione dei fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo la posizione di Santo Biondo a nome della Uil, si registrano le note di Cgil e Cisl.

La Cgil: gioco delle tre carte

Mentre tutte le analisi, a partire da quella dello Svimez, confermano che senza l’utilizzazione massiccia di risorse aggiuntive il Mezzogiorno rischia la più cruda recessione, vengono sottratti alla Sicilia e alla Calabria 1.600 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione per dirottarli sul Ponte dello Stretto. Proprio come nel gioco delle tre carte il ministro Salvini fa apparire e scomparire, a suo piacimento, le risorse”.

È quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo e i segretari generali della Cgil Calabria e della Cgil Sicilia, Angelo Sposato e Alfio Mannino.

Per i dirigenti sindacali “pur di raschiare il barile, visto che le risorse vere per il Ponte sono pochissime e quelle certe si fermano a 780 milioni per il 2024, giusto per mettere qualche prima pietra a fini elettorali per le Europee, viene compiuta un’azione piratesca ai danni di due Regioni, la Calabria e la Sicilia, sottraendo loro una quantità immensa di risorse europee che dovrebbero essere destinate a colmare il divario socioeconomico e superare gli squilibri territoriali.

Il tutto – sottolineano – senza una discussione di merito che investa le due istituzioni interessate e i Consigli Regionali, che su un aspetto di tale importanza non possono restare silenti o, peggio, essere esautorati, e lo stesso Partenariato economico-sociale”.

Mannino specifica che “la stessa Giunta regionale Siciliana, che in un primo tempo si era resa disponibile ad utilizzare un miliardo di sue risorse del Fsc 2021-2027, ha revocato polemicamente questa sua disponibilità”.

Il Mezzogiorno – ribadisce Gesmundo – ha necessità di modernizzare le sue infrastrutture ferroviarie e stradali, oggi in pessime condizioni, con linee ferroviarie a binario unico, non elettrificate e tanto meno messe in sicurezza e l’alta velocità che si ferma a Salerno.

Occorre inoltre, come dimostra l’ultimo tragico incidente a Thurio di Corigliano Rossano, garantire la sicurezza dei lavoratori delle ferrovie e dei cittadini”.

Sposato aggiunge che “servirebbero parole chiare per quanto concerne una delle priorità ferroviaria strategica del Sud, la Salerno-Reggio Calabria, che rischia di fermarsi a Rovagnano, e conoscere le reali intenzioni del Governo nazionale relativamente all’utilizzo dei 9.400 milioni messi a disposizione dal piano complementare per la realizzazione dei lotti successivi.

Come occorrerebbero impegni precisi e vincolanti anche per quanto riguarda la realizzazione della Statale 106, la fantomatica ‘strada della morte’, impraticabile e pericolosa lungo l’intero asse jonico della Calabria orientale, priva ad oggi di una moderna arteria autostradale”.

Continuiamo ad assistere alla sostanziale incapacità di utilizzare i finanziamenti europei e a definanziamenti, come per la Roma-Pescara, la Palermo-Messina e la Bari-Napoli, e come quelli relativi alle opere di messa in sicurezza del sistema di gestione del traffico ferroviario (ERTMS).

La posta in gioco – concludono i segretari della Cgil – è troppo alta per il Mezzogiorno, chiediamo che le risorse del Pnrr, al di là dei continui proclami, siano realmente utilizzate aprendo i cantieri e dando inizio ai lavori”.

Cisi: compensare le decurtazioni

In merito alla notizia dello storno di risorse del Fondo Sviluppo e Coesione che verrebbero indirizzate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina la Cisl, se da un lato ritiene importante realizzare questa infrastruttura, considerandola un forte volano per la crescita economica, lo sviluppo e l’occupazione del Mezzogiorno, dall’altro lato ritiene altrettanto importante che la dotazione del Fondo di sviluppo e coesione  non venga decurtata nel suo ammontare”. E’ quanto sottolinea la Cisl nazionale in una nota.

Il fondo infatti, per la Cisl è uno degli strumenti principali per attuare la politica di coesione nel nostro Paese e per risollevare concretamente il Mezzogiorno. Eventuali decurtazioni, quindi, dovranno essere prontamente reintegrate per assicurare continuità e strutturalità agli investimenti e agli interventi nelle due Regioni interessate all’opera.

Ricordiamo che la Cisl da tempi non sospetti è stata favorevole alla realizzazione del ponte, certi che possa essere un’opera funzionale al rilancio dello sviluppo delle due Regioni Calabria e Sicilia, in quanto capace di stimolare anche l’implementazione di altre infrastrutture stradali e ferroviarie sui rispettivi territori.

Allo stesso modo ci preoccupa che la scelta di indirizzare per la realizzazione dell’opera risorse precedentemente finalizzate ad altre investimenti a valere sui fondi di coesione possa far venir meno una programmazione sulla quale riteniamo si debba continuare ad insistere.

Pertanto, considerato la delicatezza della scelta invitiamo il Governo a prevedere misure compensative, individuando nuove fonti di finanziamento per garantire quanto già programmato.

Vista la delicatezza della materia e l’ipotesi di una prossima sottoscrizione dei rispettivi accordi di coesione fra Governo centrale e Regioni interessate, sollecitiamo i Ministeri competenti a favorire il confronto con le Parti sociali”.

Redazione Cuoreeconomico
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