Svimez, rapporto Sud: infrastrutture idriche ed energetiche bloccate da gestioni e burocrazia

(Luca Bianchi, direttore generale di Svimez)
Nell'indagine presentata insieme ad Utilitalia, si segnala come il Mezzogiorno non riesca a superare le storiche carenze. Bianchi (Svimez): "La filiera energia-ambiente rappresenta già oggi un asset importante del sistema produttivo meridionale. Ma occorrono investimenti seri"
Il Rapporto Sud, di Utilitalia e Svimez, presentato a Bari, evidenzia le "storiche criticità che caratterizzano il Mezzogiorno in tema di servizi a rete" e la necessità "di semplificare i procedimenti autorizzativi e promuovere gestioni industriali che superino le gestioni in economia nei settori idrico e ambientale".
Questo "consentirebbe di avviare un processo accelerato di realizzazione di tali infrastrutture, contribuendo così a promuovere lo sviluppo del settore in modo più efficiente".
Nel settore idrico, secondo il rapporto, "il Sud sconta un ritardo infrastrutturale" dovuto "soprattutto ad una rete idrica vetusta", mentre "nella gestione dei rifiuti si registra una mancanza di impianti strategici per il riciclo e il trattamento dei rifiuti".
Gestione dei servizi rifiuti in panne
La gestione dei servizi nelle "regioni meridionali è spesso affidata agli enti locali, le cosiddette gestioni in economia (al Sud sono 7,7 i milioni di cittadini serviti dagli enti locali) che hanno una scarsa capacità di investimento rispetto alle gestioni industriali (8 euro per abitante, contro 56 euro per abitante nel 2021)".
"Ridurre il gap infrastrutturale del Sud - spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini - è indispensabile per consentire al paese di raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica e contribuisce a tutelare i diritti dei cittadini ad usufruire di un servizio di qualità uniforme su tutto il territorio nazionale e, al contempo, può innescare una positiva dinamica di sviluppo economico e sociale.
Occorre recuperare rapidamente il ritardo accumulato nelle regioni meridionali rispetto all'applicazione del quadro normativo e regolatorio nazionale: come dimostrano le positive esperienze del Centro-Nord e quelle delle realtà industriali presenti nel Meridione, servono interventi che permettano di superare le gestioni in economia, di promuovere la strutturazione di un servizio di stampo industriale e di rilanciare gli investimenti".
Più investimenti in acqua ed energia
"La filiera energia-ambiente rappresenta già oggi un asset importante del sistema produttivo meridionale. Guardando alle nuove sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica, il settore delle utility meridionali può rappresentare il campo privilegiato di attuazione di politiche che incidano contemporaneamente sulla qualità del servizio per il cittadino e sulle prospettive di crescita sostenibile dell'area.
Occorre però incrementare gli investimenti pubblici e privati nel settore dell'energia, dei rifiuti e dell'acqua allineandoli ai livelli medi europei".
Lo ha detto il direttore generale di Svimez, Luca Bianchi. "Le risorse disponibili per i prossimi anni, Pnrr e politiche di coesione - ha evidenziato - rappresentano un'occasione importante per conseguire tale obiettivo e non possono essere sprecate, ma devono essere accompagnate da interventi volti a promuovere una gestione industriale del settore".
Redazione Cuoreeconomico
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