Trasporto e logistica: pandemia e guerra cambiano scenari e prospettive

A Roma in corso il forum internazionale Conftrasporto-Confcommercio. L’analisi del centro studi: catene logistiche sotto stress, filiere accorciate nuove traiettorie si uniscono alla carenza di autisti. Prevista una frenata nel 2023 per il settore. Uggè: “Accompagnare le imprese verso la transizione ecologica”. Palenzona: “Impennata di costi vanifica le opportunità”
Pandemia, guerra e crisi energetica mandano in crisi la filiera del trasporto e della logistica, chiave per lo sviluppo dell’economia italiana.
Il rapporto dell’Ufficio studi di Confcommercio, presentato a Roma in occasione del forum Internazionale Conftrasporto-Confcommercio disegnano un quadro composito, nel quale le supplychain escono fortemente ridisegnate.
Catene logistiche sotto stress
Nuove rotte, filiere più corte e catene logistiche sotto pressione. Alle conseguenze della pandemia si aggiungono quelle della crisi energetica e delle politiche monetarie restrittive.
Oltre all’inflazione e all’aumento dei costi di alcune materie prime, quali i carburanti fossili, c’è la rivalutazione del dollaro statunitense. Ma non c’è solo l’Ucraina a preoccupare: nel mirino anche la Cina, stretta fra nuovi blocchi e la questione di Taiwan.
Aumento dei costi e inflazione pesano sul Pnrr
Inflazione e aumento dei costi rischiano di ripercuotersi anche sui progetti infrastrutturali del nostro Paese, contenuti nel Pnrr.
Sebbene lo scorso 27 settembre la Commissione Europea abbia sbloccato la seconda tranche di risorse per l’Italia, pari a 21 miliardi di euro, emergono infatti preoccupazioni sull’avanzamento della spesa delle risorse del Piano.
La nota di aggiornamento del Def ha infatti stimato che entro quest’anno saranno spesi solo circa 20 miliardi delle risorse del Pnrr, contro una previsione iniziale di 33,7 miliardi. Tra i motivi c’è l’impennata dei costi delle opere pubbliche.
È evidente che, per rispettare il cronoprogramma del Piano, la spesa delle risorse nei prossimi anni dovrà essere ulteriormente accelerata, per recuperare i circa 14 miliardi di euro di mancata spesa accumulati a fine anno.
“Le croniche difficoltà registrate dal nostro Paese nel mettere a terra i programmi di spesa potrebbero costarci molto caro - sostiene il vicepresidente di Confcommercio Fabrizio Palenzona - L’impennata dei costi nei materiali da costruzione e la bassa capacità di spesa rischiano di vanificare le opportunità offerte dal Piano per la realizzazione delle opere indispensabili alla ripresa del nostro Paese”.
Ambiente e guerra ‘rimodellano’ le grandi infrastrutture europee
L’isolamento della Russia e l’impennata di energia e materiali ha cambiato le traiettorie infrastrutturali, con l’estensione di quattro corridoi di trasporto europei al territorio dell'Ucraina e della Moldova, escludendo invece dalle mappe del progetto Russia e Bielorussia.
“Per la transizione ecologica, è necessario attivare tutti gli strumenti disponibili, tecnologici ed organizzativi, nel rispetto del principio di neutralità - afferma il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè - È tuttavia necessario prevedere tempistiche congrue e strumenti idonei per accompagnare le imprese verso il cambiamento senza esserne stravolte. Ricordo inoltre che i tanto vituperati veicoli pesanti dell'autotrasporto merci in Italia dai primi anni novanta hanno ridotto le emissioni di gas climalteranti del 30%, giungendo a incidere per meno del 5% nelle emissioni totali”.
Il Covid fa crescere la domanda di servizi logistici
La pandemia ha invece fatto volare l’e-commerce. Nel primo lockdown (2020), i valori di beni e servizi acquistati on line sono aumentati del 26% rispetto al 2019. La conseguenza è la crescita massiccia della domanda di servizi logistici.
Mancano gli autisti di mezzi pesanti, ma qualcosa sta cambiando
Mentre aumenta la domanda di servizi logistici, si fa acuta la difficoltà di reperire personale specializzatol non solo in Italia, ma anche in Europa, dove ne mancano circa 400.000 mila (20.000 in Italia. Emergono però dati incoraggianti: il numero delle nuove patenti per guidare i Tir rilasciate in Italia è in crescita costante.
La centralità del Mediterraneo e l’effetto guerra sul costo dei container
Nel settore marittimo, si conferma la leadership asiatica nella movimentazione dei container, ma la contrazione delle filiere sta ridando un ruolo centrale al bacino del Mediterraneo valorizzando il corto raggio e i traffici ro-ro (trasporto camion merci via mare).
Le previsioni di crescita media annua 2021-2026 della movimentazione di container per area sono le seguenti: Mondo (+3,1%), Asia del Sud (+5,9%), Mediterraneo orientale e Mar Nero (+4,1%), Nord Africa (+3,6%).
Per l’Italia si prevedono buoni sviluppi medi annui nella movimentazione dei container, con i porti Gioia Tauro e Genova, nel primo trimestre 2022, nella Top Ten dei porti del Mediterraneo per indice di connettività, rispettivamente al 7° e al 10° posto.
Gli effetti della guerra in Ucraina hanno, però, ridimensionato le previsioni di crescita del settore
Il trasporto merci marittimo, scenderà dal +3,5% ipotizzato in gennaio, al 2,6. 2022 del trasporto merci per l’intero settore marittimo a +2,6% rispetto al +3,5% ipotizzato in gennaio.
Non solo: nel settore marittimo, anche i cambiamenti climatici potrebbero in un futuro lontano influenzare le rotte. Il progressivo scioglimento dei ghiacci delle regioni artiche, infatti, potrebbe schiudere il Passaggio a Nord-Ovest (NWP) e la rotta del Mare del Nord.
Una loro eventuale percorribilità tutto l’anno aprirebbe nuove prospettive per i trasporti marittimi internazionali, con vantaggi in termini di distanza, tempo e sostenibilità ambientale: le rotte artiche sono, infatti, dal 30% al 50% più corte di quelle del canale di Suez e di Panama per i traffici Est-Ovest, con tempi di transito ridotti di circa 14-20 giorni e potrebbero far ridurre le emissioni di gas a effetto serra delle compagnie di navigazione di circa il 24%.
Ci sono però degli ostacoli: costi di capitale maggiori (servono navi particolari), costi del carburante più elevati, premi assicurativi più alti, portata limitata delle navi.
Globalizzazione e ‘reshoring’: filiere più corte e ‘digitali’. Nello scenario tracciato dagli eventi, forse il fenomeno più inaspettato è quello del reshoring, ovvero il rimpatrio di alcune attività dai Paesi stranieri verso la madrepatria per accorciare le filiere e ottimizzare i costi.
Un trend timidamente iniziato prima del Covid, che ha subìto un’accelerazione durante la pandemia e che però ora, con la crisi economica e il calo dei noli marittimi, si sta assestando.
I fenomeni di filiere più brevi non mettono comunque in discussione la globalizzazione: lo provano le previsioni di crescita dell’interscambio globale per i prossimi anni e di diminuzione del peso della manifattura nei Paesi più sviluppati.
Intanto nella supply chain ‘vola’ il digitale: entro il 2023 l’intelligenza artificiale sarà integrata nel 50% delle soluzioni tecnologiche delle catene di approvvigionamento.
Futuro prossimo: nel 2023 in Italia frenano i trasporti. Come evidenziato dall’Ufficio Studi Confcommercio, il settore dei trasporti e della logistica ha dimostrato il suo ruolo centrale nell’economia del Paese, ha permesso all’Italia di funzionare anche nei momenti peggiori.
La ripresa del traffico merci in questo settore è avvenuta già dalla fine del 2020 e, rimossi i vincoli, anche quello dei passeggeri è tornato ai livelli pre-crisi.
Per il 2023 l’Ufficio Studi Confcommercio considera due scenari: uno di base e l’altro peggiore, di recessione più forte.
Lo scenario base presenta una moderata riduzione del volume di merci e un calo ‘fisiologico’ per il traffico passeggeri.
Nello scenario peggiore, invece, la situazione si fa piuttosto critica, con un ritorno alle difficoltà nel traffico passeggeri e, pur in misura ridotta, anche sulle merci.
Il che provocherebbe un forte stress sui conti delle imprese di trasporto, che rientrerebbero di forza tra i settori più a rischio, strette tra fatturati in riduzione e costi, specialmente energetici, in crescita.
Di qui la richiesta da parte di Conftrasporto di nuovi stanziamenti da affiancare all’immediato utilizzo degli ulteriori 85 milioni previsti nel 2022 in favore dell’autotrasporto merci e al reimpiego dei residui delle risorse stanziate contro il caro GNL (gas naturale liquefatto) in misure di effettivo supporto e tiraggio per il settore.
Redazione Cuoreeconomico
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