Uil e Uilcom, crisi delle telecomunicazioni: finalmente il tavolo di confronto. Chiediamo risposte concrete

Preoccupazione nell'aria per il mondo delle telecomunicazioni. Il governo italiano sta negoziando un accordo da 1,5 miliardi con l’intenzione di affidare a Starlink, la rete di satelliti di Elon Musk, la gestione delle trasmissioni sensibili. Buonomo e Ugliarolo (Uil e Uilcom): "Chiediamo risposte concrete"
Il 2025 potrebbe essere un anno cruciale per le telecomunicazioni globali e in particolare per l'Italia, ormai sotto il mirino del miliardario statunitense Elon Musk. Il possibile accordo tra il governo italiano e l'uomo di X porterebbe l'Italia ad essere il primo Paese a sottoscrivere un contratto di tale portata con l’azienda di Musk, dando un’importante visibilità internazionale al miliardario statunitense, ma sollevando non poche preoccupazioni.
Per comprendere le ragioni dietro ai timori degli addetti ai lavori del settore, occorre sottolineare che affidare l'infrastruttura delle telecomunicazioni a una società privata con visioni politiche definite, insinua dubbi e domande sulle implicazioni di sicurezza e sull'autonomia del Paese.
“Bene l'apertura del tavolo sulle telecomunicazioni, ma servono azioni concrete e una visione industriale chiara. Dopo ripetute pressioni e sollecitazioni, il governo ha finalmente annunciato l'avvio di un confronto sul settore". È quanto hanno dichiarato la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo, e il segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo.
“Le telecomunicazioni sono un settore strategico per il futuro del Paese e non possono continuare a essere lasciate senza una direzione industriale chiara. Non basta coinvolgere le grandi aziende del settore - hanno sottolineato Buonomo e Ugliarolo - ma è indispensabile dare voce anche al mondo degli outsourcers, oggi in gravissima difficoltà. È inaccettabile che si continui con gare al massimo ribasso, spesso persino da parte di aziende pubbliche, a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori, e con il ricorso a contratti poco tutelanti o firmati da sigle non rappresentative”.
“Denunciamo il continuo ridimensionamento del settore - hanno proseguito i due sindacalisti - aggravato da dieci anni di contrazione dei ricavi a fronte di investimenti sempre più onerosi per mantenere il passo con l'innovazione tecnologica. Ciò che manca è una politica industriale adeguata e lungimirante. Servono interventi pubblici concreti, una regia chiara e un vero piano di rilancio per il settore, con la garanzia di standard occupazionali dignitosi e tutele adeguate. Ribadiamo inoltre la necessità di non essere assoggettati a tecnologie e infrastrutture esterne, sottolineando l'importanza di mantenere un'autonomia strategica nel settore, attraverso un maggiore investimento nelle capacità nazionali. È ora di mettere fine a scelte miopi e affrontare con serietà la costruzione di un futuro digitale sostenibile per l’Italia”.
Claudia Boccucci
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