Valenti (Legacoop Umbria):’Serve un sistema bancario moderno, capace di sostenere chi produce valore reale’

(Danilo Valenti, Presidente Legacoop Umbria)
Il sistema bancario italiano sta vivendo una fase di contrazione con la chiusura di numerosi sportelli, che, nel 2024 sono stati più di 500 e, anche nel 2025, si sta mantenendo un trend negativo. Tuttavia, la chiusura di filiali, non impedisce alle banche di registrare utili faraonici. Questo fenomeno, la "desertificazione bancaria", penalizza soprattutto le aree interne e più disagiate (che rappresentano circa il 34% del territorio italiano), creando un circolo vizioso di riduzione dei costi per gli istituti e impatti negativi su comunità (spopolamento e chiusura delle Pmi) e occupazione. In questo contesto l’Italia sta perdendo quella caratteristica del sistema del credito ‘diffuso’ che aveva contraddistinto in passato lo sviluppo economico così ben distribuito sul territorio nazionale. Oggi tutto questo sembrerebbe compromesso con le ricadute su lavoro, spopolamento, chiusura di Pmi e restrizioni creditizie
‘La desertificazione bancaria che sta colpendo l’Umbria e gran parte del Paese rappresenta una delle criticità più gravi per il nostro sistema produttivo. La chiusura di sportelli - oltre 500 in Italia solo nel 2024, con un trend ancora negativo nel 2025 - priva intere comunità di un presidio economico e sociale fondamentale.
In Umbria, 32 Comuni sono già senza filiali e altri rischiano di seguirli: significa migliaia di cittadini e oltre 3.000 imprese isolati dal credito.
Le banche registrano utili record, ma chiudono sportelli nei territori più fragili, penalizzando soprattutto le aree interne e gli anziani che vi abitano. In più, il mondo del lavoro è cambiato: sempre meno contratti a tempo indeterminato, più flessibilità e redditi frammentati.
Tuttavia, gli istituti restano ancorati a vecchie logiche di valutazione, escludendo molti soggetti meritevoli di fiducia.
Serve un sistema bancario moderno, capace di leggere i nuovi bisogni e di sostenere chi produce valore reale. La presenza fisica sul territorio non è un costo, ma un investimento nella coesione sociale. Proprio perché in grado di generare utili faraonici, le banche dovrebbero farsi carico anche delle aree marginali, garantendo accesso al credito e servizi essenziali. E i dati ci dicono che in Umbria il credito alle imprese è calato dell’1,4 per cento nei primi sette mesi del 2025, posizionando la regione al penultimo posto nella classifica nazionale (Cgia Mestre su base Banca d’Italia).
Il mondo cooperativo continuerà a essere vicino a questi territori, promuovendo modelli di economia partecipata, solidale e radicata nelle comunità locali. La coesione e la prossimità sono i veri capitali su cui costruire il futuro dell’Umbria’.
Di Danilo Valenti, Presidente Legacoop Umbria
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