Allarme mutui: col rialzo dei tassi rate non pagate per 15 miliardi
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(Lando Maria Sileoni, presidente Fabi)
L’analisi del centro studi Fabi: “L'aumento del costo del denaro, l'incremento dei tassi e la corsa dell'inflazione hanno ridotto il reddito disponibile, mettendo così in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze relative ai finanziamenti”. Lombardia e Lazio prime della lista. Il presidente Sileoni: “Piano di rimborso non senza costi”
L’ennesimo aumento dei tassi di interesse da parte della Bce sta mettendo in difficoltà le famiglie e le imprese, soprattutto chi ha acceso un mutuo a tasso variabile.
Secondo Fabi, l’associazione dei bancari italiani, aveva già lanciato l’allarme e adesso lo conferma con un studio: sfiora 15 miliardi di euro il totale delle rate non pagate, da quasi 1 milione di italiane.
Secondo Fabi, l'aumento del costo del denaro, l'incremento dei tassi e la corsa dell'inflazione hanno ridotto il reddito disponibile, mettendo così in difficoltà i clienti delle banche nel rispettare le scadenze relative ai finanziamenti.
L’analisi di Fabi
Secondo Fabi, i crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati, a marzo scorso, a 14,9 miliardi di euro: si tratta, nel dettaglio, di 6,8 miliardi di mutui non pagati, di 3,7 miliardi di credito al consumo non rimborsato (i classici finanziamenti accesi per acquistare beni come automobili, elettrodomestici e altri beni) e di 4,3 miliardi relativi ad arretrati di altri prestiti personali.
Del totale di 14,9 miliardi, 5,7 sono già classificati come sofferenze, cioè credito che la clientela non rimborserà più, altri 7,1 miliardi sono inadempienze probabili, vale a dire denaro che realisticamente le banche non recupereranno, mentre circa 2 miliardi sono rate scadute, quindi posizioni debitorie meno a rischio.
La situazione territoriale
Come detto, sono soprattutto i mutui a tasso variabile ad impennarsi: il costo del denaro è quadruplicato in 11 mesi e questa categoria di prestiti immobiliari vale in totale circa 140 miliardi di euro e rappresenta un terzo del totale di 425 miliardi erogati.
Lombardia e Lazio le regioni più in difficoltà con un ammontare delle rate non pagate oltre i 2 miliardi. Campania, Puglia e Basilicata, Sicilia e Veneto superano il miliardo. Emilia Romagna, Piemonte e Valle D'Aosta, e Toscana restano poco sotto il miliardo.
Più contenuto il valore delle somme non pagate nelle regioni più piccole come l'Umbria dove le rate non pagate ammontano a 226 milioni, la Liguria (361 milioni) e la Calabria (418 milioni).
Sileoni: Bce sia più cauta
Da qui l’allarme lanciato dal presidente di Fabi Lando Maria Sileoni: "E' ormai evidente che l'azione della Banca centrale europea per contrastare l'inflazione non sta generando i frutti sperati.
I prezzi non calano significativamente e l'aumento così veloce del costo del denaro sta provocando un rialzo dei tassi di interesse su prestiti e mutui che mette in difficoltà sia le famiglie sia le imprese.
La Bce ha già preannunciato di portare il tasso base al 4,25% il prossimo 27 luglio. Noi speriamo in un ripensamento e, comunque, ci auguriamo che tutte le prossime decisioni siano assunte con maggiore cautela da parte della Banca centrale europea".
Piano di rimborso non si allunga costo zero
Il sindacato bancario evidenzia anche che l'allungamento di un piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile "non è a costo zero" per chi lo richiede, per cui è una decisione che i clienti delle banche devono valutare caso per caso.
"L'allungamento del piano di rimborso di un mutuo a tasso variabile - conclude la Fabi - comporta infatti un maggior ammontare di interessi da pagare alla banca oltre al fatto che ci si pregiudica la possibilità di poter beneficiare, nel medio-lungo periodo, di un'auspicabile riduzione dei tassi d'interesse".
Redazione Cuoreeconomico
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