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23/07/2023

Auto elettriche, Italia all'ultimo posto in Europa

L'Unrae segnala il distacco abissale nel mercato delle auto "con la spina" del nostro Paese rispetto al riesto dell'Europa, sia quelle full electric che ibride. Il presidente Cardinali: "Bando per le ricariche extraurbane fallito, nessun progetto ammissibile"

Il mercato italiano dell'auto resta ancora all'ultimo posto nella diffusione di auto "con la spina" (Ecv), anche se la quota continua lentamente a salire e tocca il 9,8%, con le elettriche (Bev) al 4,4% e le ibride (Phev) al 5,4%.

Lo spiega l'Unrae, Unione nazionale rappresentanti auto estere, che mette in evidenza il divario con gli altri Paesi: in Germania le Bev sono al 18,9% e le Phev al 5,7% (in calo da gennaio dopo l'esclusione dagli incentivi), in Francia Bev a 17,5% e Phev a 9,4%, nel Regno Unito Bev a 17,9% e Phev a 7,2%, in Spagna Bev 5,4% e Phev a 6,4%.

L'Unrae esprime apprezzamento "per l'approvazione, da parte del Parlamento Europeo, della proposta di regolamento Afir per la realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi, ora al vaglio del Consiglio europeo.

L'Italia dovrà assicurare l'installazione, su autostrade e strade nazionali, di gruppi di stazioni di ricarica elettrica rapida almeno ogni 60 chilometri in ciascuna direzione di marcia, e stazioni di rifornimento di idrogeno a una distanza massima di 200 chiilometri tra loro.

"Si tratta finalmente di obiettivi cogenti e congrui con le potenzialità e le necessità del nostro Paese", afferma il direttore generale Andrea Cardinali.

Le critiche al bando su infrastrutture di ricarica.

"Rimane, invece, la preoccupazione per il bando del ministero dell'ambiente sulle infrastrutture di ricarica extraurbane che, a differenza di quello per i centri urbani, è andato quasi deserto, con soli 6 progetti presentati e nessuno ammissibile".

L'Unrae ribadisce "la necessità e l'urgenza" di misure quali: la revisione dell'impianto fiscale per le auto aziendali in uso promiscuo in base alle emissioni di CO2; la riformulazione degli incentivi all'acquisto di auto a basse emissioni; una efficace pianificazione per la riconversione della filiera automotive italiana.

"E' auspicabile un confronto autentico, e non a posteriori, con tutti gli attori della filiera, in sede di Tavolo Automotive, la cui convocazione lungamente attesa non sembra ancora nemmeno alle porte", sottolinea Cardinali.

Redazione Cuoreeconomico
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