Bonomi: "Italia ha tempi incompatibili con Pnrr, siamo senza una visione"

(Carlo Bonomi, presidente di Confindustria)
Duro intervento del leader degli industriali sulle tematiche calde: "Mettere in campo gli strumenti per scaricare a terra gli investimenti. Cuneo fiscale e industria 5-0 siano strutturali. Su immigrazione nessuna speculazione: politiche su natalità daranno effetti solo fra 30 anni"
"I problemi di oggi del Pnrr nascono quando è stato ideato. Io ricordo le battaglie fatte perchè ritenevamo che non c'era una visione. Noi siamo un Paese che ha dei tempi non compatibili con quelli del Pnrr.
Questa è una occasione che non possiamo mancare perchè i fondi sono fondamentali per sostenere la crescita. Non possiamo fallire".
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria è perentorio e parlando alla platea di Assolombarda non nasconde la preoccupazione per il momento delicato che sta affrontando l'Italia.
"Il contributo che noi possiamo dare - ha aggiunto - è quello di dire di mettere in campo gli strumenti per scaricare a terra gli investimenti. E in Italia c'è l'industria che si dimostra capace di fare e fare bene".
In quest'ambito, Bonomi, sottolinea che "la prossima di bilancio deve avere due temi fondamentali. Secondo noi bisogna puntare sul taglio del cuneo fiscale e su industria 5.0 che devono essere strutturali".
Bce non faccia politica su inflazione
Bonomi si è poi soffermato su alcuni temi chiave. Uno su tutti, l'inflazione, col nuovo rialzo dei tassi annunciato dalla Bce.
"Bisogna analizzare di quale inflazione parliamo - ha detto - La nostra è di importazione ed è diversa da quella americana. Il tema dell'intervento della Bce, fino ad un certo punto l'abbiamo condiviso oltre sta mettendo in crisi. Per combattere l'inflazione si rischia di andare in recessione, in un momento in cui dobbiamo investire".
"Perchè la Bce continua a fare questa politica? Nessuno mi toglie dalla testa che i tedeschi spingono in questa direzione. Ma non credo che ora aumentare i tassi sia la strada giusta", ha aggiunto.
Salario minimo e chips act
Altri due temi caldi. Il primo è il salario minimo, sul quale le opposizioni si sono ricompattate ma che non trova favorevole il Governo: "Se vogliamo parlare di salario minimo con una soglia di 9 euro non è un problema di Confindustria.
I nostri contratti sono tutti superiori - ha detto Bonomi - Se prendiamo ad esempio i metalmeccanici di terzo livello il prezzo è di undici euro. L'industria non è vero che paga poco ma paga il giusto. Non c'è un veto anzi è una grande sfida ed entriamo nel pieno dei temi".
L'altro tema è quello del Chips Act italiano, avanzato dal Governo, per rendere competitivo il sistema dei superconduttori: "Se noi vogliamo essere competitivi davanti a Usa e Cina dobbiamo muoverci a livello continentale ma l'Europa ha reagito da Europa solo durante la crisi la pandemica, dopo ogni paese è andato avanti con una politica industriale propria", ha spiegato Bonomi.
"Quindi a livello economico è una sfida che dobbiamo avere sotto l'Ue ma poi dobbiamo difendere i nostri interessi".
Immigrazione, no a speculazione
Infine, il sempre caldo tema dei migranti, fondamentali per colmare il gap di manodopera ma schiacciati dalle dure leggi del Governo: "Quando si parla di demografia, non si può non parlare di immigrazione e dobbiamo essere un paese serio nell'affrontare nel merito il tema - sottolinea Bonomi - Si deve affrontare la questione su due piani, da una parte bisogna avere una politica di competitività sull'immigrazione di qualità, come ha fatto la Germania con la crisi in Siria, quando si è presa i migliori, e poi dobbiamo gestire l'immigrazione economica, e quello che sta succedendo in Francia in questi giorni molte riflessioni le deve spingere.
Si tratta di temi complessi che vanno gestiti in maniera seria e su cui non si può speculare - ha rilevato Bonomi - Anche perché noi abbiamo una curva asfittica della natalità e anche se invertiamo ora, prima di 30 anni non vediamo gli effetti".
Redazione Cuoreeconomico
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