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24/03/2023

Clima, il monito di ASviS: “Politiche incisive e legge nazionale per un futuro davvero sostenibile”

(Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture)

Adottare subito politiche incisive e coerenti per affrontare le conseguenze della crisi climatica, approvando una legge sul clima e accelerando l’approvazione e l’attuazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (Pnacc) su cui è in corso una consultazione pubblica, avviata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica

A proporlo è l’ASviS, Alleanza per lo sviluppo sostenibile, che in una conferenza stampa ha presentato il “policy brief” sul tema dal titolo “Dieci proposte sul Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”. A curare l’incontro l’ex ministro delle Infrastrutture e oggi direttore scientifico dell’associazione Enrico Giovannini.

I dettagli del Policy brief

Nel rapporto si sottolinea l’estrema gravità della situazione - il 28% del territorio nazionale mostra evidenti segni di desertificazione, il 94% dei Comuni è a rischio dissesto idrogeologico, il 42% dell’acqua potabile viene disperso dalle reti idriche - evidenziando come gli interventi per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici siano decisivi per guidare la transizione dell’Italia verso un modello di sviluppo sostenibile.

Fra le indicazioni che emergono dal policy brief anche una serie di raccomandazioni che sarebbero da adottare per migliorare il Pnacc , valorizzando le specificità dei territori, delle comunità e delle filiere produttive.

“Il Pnacc è uno strumento fondamentale per integrare le politiche nazionali e locali per lo sviluppo sociale ed economico con la tutela dell’ambiente e va approvato il prima possibile”, sottolinea Enrico Giovannini, che evidenzia la necessità di migliorarlo “completando, con un’urgenza rapportata alla gravità della situazione, le analisi di rischio e di vulnerabilità su tutto il territorio nazionale e rendendolo operativo al più presto, evitando rinvii a processi attuativi complessi e lunghi, che svuoterebbero il Piano della necessaria operatività”.

Pnacc da incrociare col Piano per il clima

Giovannini sottolinea come il Pnacc, che è stato redatto dal ministero per l’ambiente col supporto scientifico dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), debba essere finalizzato il prima possibile, in piena coerenza con il nuovo Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec), che il Governo deve predisporre entro giugno.

“Le diverse azioni e strategie di lotta e di adattamento alla crisi climatica - aggiunge Enrico Giovannini - devono essere integrate con tutti gli altri strumenti di pianificazione delle politiche, anche alla luce della recente modifica della Costituzione che introduce tra i principi fondamentali quello della tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni.

Per questo il Governo deve approvare quanto prima anche la nuova Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, indispensabile per assicurare la coerenza delle politiche per l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile”.

Azione collettiva per un sistema vincente

L’ASviS raccomanda di migliorare il Pnacc “definendo una gerarchia delle priorità delle misure di adattamento e prevedendo incentivi per le azioni di delocalizzazione di insediamenti civili e industriali a rischio”.

Secondo l’alleanza vanno poi “privilegiate le soluzioni nature based specialmente nella rigenerazione delle aree urbane, lungo le coste e lungo i percorsi dei fiumi e dei torrenti, e definite meglio le regole, i ruoli e soprattutto le responsabilità della governance del Piano, precisando compiti, responsabilità e finanziamenti delle amministrazioni regionali e locali”.

Un’azione che dovrebbe vedere secondo ASviS il coinvolgimento anche di diversi comparti: a partire da quello assicurativo che “andrebbe coinvolto per l’implementazione di politiche di trasferimento del rischio e per la condivisione delle perdite finanziare collegate ai danni climatici, passando da politiche occasionali di risposta a singoli episodi di danni climatici a una strategia pluriennale di anticipazione e gestione del rischio”; fino agli enti locali che dovrebbero realizzare “realizzare politiche di adattamento, rafforzata la partecipazione della società civile e delle parti sociali nel disegno delle misure e nell’aggiornamento del Piano”, anche attraverso la formazione di quadri e tecnici.

Subito la legge per il clima

Per affrontare la crisi climatica - conclude Enrico Giovannini - bisogna arrivare al più presto all’approvazione di una Legge per il clima, al pari di quanto fatto da altri Paesi europei che hanno già adottato politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici, come previsto dalla Legge europea del 2021, indirizzando al meglio gli ingenti finanziamenti nazionali ed europei disponibili, a partire da quelli per le politiche di coesione per il periodo 2021-2027”.

Di Emanuele Lombardini
(Riproduzione riservata)

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