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06/04/2024

Cooperative, nel quadriennio più difficile crescono fatturato (+24%) e occupati (+4,8%)

(Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna)

Confcooperative Emilia Romagna analizza l’andamento delle imprese aderenti. Il presidente Milza sul mandato 2020-23: “Quattro anni caratterizzati da Covid, guerre, crisi energetica e inflazione: le cooperative hanno tenuto creando oltre 4.100 nuovi posti di lavoro in regione”

Dall’analisi dei dati del sistema Confcooperative Emilia Romagna relativi al periodo 2020-2023 emerge un consistente aumento del fatturato pari a quasi il +24% tanto da sfiorare i 17 miliardi di euro, determinato anche dall’inflazione che ha scatenato l’impennata dei prezzi.

Quindi un più contenuto ma pur sempre rilevante incremento degli occupati (+4,8% così da superare quota 90.000) a conferma del trend positivo su questo fronte che va avanti da una ventina d’anni.

Infine, la riduzione del numero di cooperative aderenti (-1,6%, scese appena sotto la soglia delle 1.500) e la contestuale contrazione della base sociale (-4,3%, attestata a oltre 226mila).

Nel quadriennio 2020-2023 caratterizzato da emergenza pandemica, guerre, squilibri geopolitici e commerciali, carenza di materie prime, crisi energetica e inflazione, le circa 1.500 cooperative aderenti a Confcooperative in Emilia-Romagna sono riuscite ancora una volta a dimostrare tutta la loro resilienza e capacità di rispondere ai mutevoli bisogni delle comunità.

Le nostre cooperative hanno infatti incrementato il volume di produzione (+24%, portando il totale a sfiorare i 17 miliardi di euro) e gli occupati (+4,8% superando quota 90.000, con oltre 4.100 nuovi posti di lavoro), confermando la propria vocazione di attori protagonisti dell’Economia Sociale”.

Così Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, commenta l’andamento delle imprese associate a chiusura del secondo mandato (2020-2023) alla guida dell’Associazione che si riunirà per l’Assemblea Regionale dal titolo “Lavoro Comunità Futuro. La cooperazione protagonista nella transizione verso l’Economia Sociale Europea”.

Meno accentuato è il saldo negativo del numero di cooperative (-24 sui quattro anni, per un totale di 1.491) e questo grazie a diversi fattori che ancora però non determinano un’inversione di tendenza.

In questi anni si è palesato quanto sia importante e strategico per un Paese poter contare su imprese che non delocalizzano, che approcciano i mercati esteri per generare valore in casa propria – conclude Milza – così caratterizzato negativamente dai fattori esogeni, ci sono stati comunque elementi che fanno sperare in meglio per il futuro”.

Redazione Cuoreeconomico
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