La Rosa (Federconsumatori Sicilia): “Sarà un Natale carissimo e il divario con le regioni del Nord si allargherà”

(Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia)

Il segretario regionale dell’associazione: “Quest’anno le festività dei siciliani saranno all'insegna dell'inflazione. Inoltre ci preoccupa la rimodulazione del Pnrr: vogliamo sapere le coperture alternative ai progetti stralciati”

Stangata natalizia per i siciliani e le siciliane. Per le famiglie sarà una festa carissima. «Natale 2023 sarà più caro a causa del contesto generale di inflazione costante, che caratterizza tutta l'economia italiana dal COVID in poi», dice Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia.

«La differenza tra il Natale in Sicilia e quello, ad esempio, in Lombardia o in Trentino è tutta nel potere d'acquisto. Sia chiaro: anche i lombardi e i trentini spenderanno di più per fare l'albero, comprare il panettone o preparare la cena della vigilia. Ma loro, in media, hanno un reddito molto più alto rispetto a quello dei siciliani».

Quest'anno le feste siciliane saranno più costose, con un aumento del 7,7 percento nei prezzi di cibi, addobbi e regali. Lenticchie e fichi secchi registrano incrementi significativi.

Mini-panettoni sono ora più costosi del 14 percento. Alfio La Rosa Presidente di Federconsumatori Sicilia avverte che l'inflazione e altri costi influenzeranno le tredicesime natalizie. Bisogna fare attenzione alle confezioni "imbroglio".

La carta regalo è salita del 27 percento, mentre l'abbonamento a uno streaming rimane invariato a 12,99 euro al mese. La spesa natalizia potrebbe essere in calo, soprattutto in Sicilia, a causa della difficile situazione economica.

Il caro voli, l’incremento dei costi dell’energia che si ripercuote sulle bollette di luce e gas e il diritto alla salute che, tra le interminabili liste d’attesa per una visita medica, fa i conti col proliferare di ambulatori e cliniche private. Quali saranno le conseguenze per la Sicilia?

«Succederà che il divario tra nord e sud si allargherà ancora di più, perché a fenomeni nazionali come il caro bollette si aggiungono fenomeni locali come le liste d'attesa interminabili.

Ancora una volta: i problemi sono nazionali, ma le conseguenze sono diverse da territorio a territorio, in base al contesto. E il contesto siciliano è uno dei meno favorevoli per i cittadini-consumatori».

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«In questo caso siamo di fronte ad una dinamica nazionale, con rischi identici al Nord e al Sud, che va affrontata a livello centrale con una corretta opera di repressione delle frodi e con un monitoraggio delle attività economiche.

Secondo noi andrebbero anche rafforzati gli strumenti di segnalazione delle sospette frodi, e andrebbero velocizzati i controlli in caso di segnalazione».

La revisione del Pnrr voluta dal governo Meloni secondo Svimez non ha messo del tutto al sicuro i progetti e i finanziamenti del Piano. Sul rilancio strutturale del Pil e sulla lotta alla disparità di genere, inoltre, si arranca. Cosa ne pensa?

«Naturalmente, siamo preoccupati dal rischio di non riuscire a mettere al sicuro i progetti del Pnrr. Ricordiamo che il Piano ha previsto il vincolo di destinare al Mezzogiorno almeno il 40 per cento delle risorse.

Rischiamo di non raggiungere due degli obiettivi prioritari del Piano, la ripresa economica e le differenze di genere, indispensabili per il rilancio del Sud e per ridurre i divari esistenti nel Paese.

In particolare, la condizionalità che riguarda “l’assunzione di giovani e donne” sembra non essere stata rispettata in gran parte degli interventi previsti. Aspettiamo, inoltre, di sapere come verranno trovate le coperture alternative annunciate dal governo Meloni per gli interventi stralciati dal Piano».

Di Mario Catalano
(Riproduzione riservata)

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