Prisco: “C’è in ballo il futuro delle imprese e del Paese, fare rete per il Pnrr coinvolgendo anche i piccoli comuni”

Il sottosegretario all’interno con delega al Piano nazionale di ripresa e resilienza parla a CUOREECONOMICO: “Bisogna invertire la curva negativa del lavoro e questo si fa soltanto aiutando le aziende e creando sviluppo. Umbria modello, ma ogni ente italiano è responsabile di un piccolo pezzo di questa scalata”
I territori come motore di sviluppo e di rilancio del Paese, nella fase più delicata dell’economia italiana. Una delle sfide a cui è chiamata l’Italia è proprio quella di connettere e coinvolgere tutte le realtà, anche le più piccole e fare rete per un migliore sviluppo economico, che aiuti famiglie ed imprese. Un impegno a cui il Governo è chiamato ad assolvere facendo rete a sua volta fra tutti i ministeri.
Il sottosegretario all’interno Emanuele Prisco parla della situazione nazionale con CUOREECONOMICO a margine del recente convegno sulle prospettive dell’Umbria nell’ambito del Pnrr, organizzato dalla Rappresentanza Italiana presso la Commissione Europea e dal Cesar Umbria. Un incontro a cui ha preso parte anche come umbro e perugino e dunque conoscendo la realità regionale.
Ma traslando il quadro a livello nazionale, la situazione non è diversa. La necessità impellente è quello di passare dalla carta alla realizzazione dei progetti.
“Siamo in un momento strategico perché superate le prime fasi di progettazione adesso arriviamo nel momento in cui c’è bisogno di mettere a terra i progetti presentati con il Pnrr - sottolinea Prisco - Per questo ovviamente vanno sostenuti i piccoli comuni che hanno maggiori difficoltà, perché hanno strutture burocratiche minori.
Il Governo, per aiutare tutte le realtà Italiane sta per dare il via ad una serie di misure, di concerto col Ministro Fitto, per favorire la realizzazione di questi progetti.
Proprio fra fine febbraio ed inizio marzo partirà un supporto tecnico, informatico ed umano, con 400 funzionari del Ministero dell’Interno e 300 di quello dell’economia, presso le prefetture agli enti territoriali per la progettazione e la rendicontazione dei progetti, che è la fase più complessa. Ci vuole l’impegno di tutti perché il Pnrr va a buon fine”.
Fermare il declino
Anche perché c’è da fare i conti con un quadro decisamente poco roseo sul fronte dell’occupazione. Lo dicono i dati del Ministero del Lavoro, che certificano oltre 1,6 milioni di dimissioni volontarie nell’ultimo anno.
“Lo sviluppo economico lo creano le imprese e quindi bisogna supportare e far crescere il nostro sistema produttivo - dice il sottosegretario - Da questo viene anche la sfida per l’inversione della curva lavorativa”.
Uno sforzo comune guardando al futuro
"Ricordiamoci sempre che una parte di questi soldi sono a debito - prosegue l’esponente di FdI - L'Italia sta impegnando le future generazioni e le imprese, per cui la sfida è spendere velocemente e farlo bene, con responsabilità chiare per tutti i soggetti coinvolti.
Sicuramente dovremo ricontrattare una parte dei soldi del Pnrr, perchè la crisi energetica dovuta alla guerra ha avuto conseguenze anche sulle progettazioni, ma resta una grandissima opportunità da sfruttare.
Il sistema delle regole italiane non aiuta, ma abbiamo il dovere di provarci ed il Governo sta provando a dare un'accelerazione su questo".
Umbria modello, ma Italia tutta ha un’occasione
"Il sistema Umbria può esesre un modello - dice Prisco - perchè nella prima fase ha rispettato tutti i timing. Il Governo nel frattempo sta mettendo a punto una serie di altre misure di semplificazione sia nel rapporto con gli enti locali che con quelli statali: mi riferisco per esempio alla certificazione dei vigili del fuoco, all'antimafia.
Attraverso il milleproroghe che velocizza scelte in attesa di decreti ad hoc abbiamo scelto di non arretrare sul fronte delle regole, ma di ottimizzare tutto, per dare risposte veloci agli enti ed alle imprese”.
E conclude. “L’Umbria che io ben conosco, sta già lavorando, con alcuni progetti, ma ciascuno di noi, ciascun comune o regione, è responsabile di un pezzo di questa scalata nella quale c’è in ballo il futuro dell’Italia: ci sono fondi importanti su infrastrutture, sicurezza energetica, rigenerazione urbana. Questa è davvero l’occasione per una svolta”.
Di Emanuele Lombardini
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