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13/01/2023

Sicurezza sul lavoro, i sindacati al ministro Calderone: "Punire le imprese irregolari e premiare le virtuose"

Le sigle confederali Cgil, Cisl e Uil ma anche Cisal e Ugl hanno partecipato ad un incontro interministeriale: "Troppe parole, pochi fatti, è ora di dare risposte concrete. Innovazione tecnologica sia messa al servizio della sicurezza"

Il ministro del lavoro Marina Calderone, insieme i ministri dell’Istruzione Valditara, della Funzione Pubblica Zangrillo, della Sanità Schillaci e dell’Università Bernini ha incontrato i sindacati sul tema della sicurezza sul lavoro.

Calderone ha proposto  alle parti sociali un patto sulla sicurezza sul lavoro, con cui dare risposte in termini complessivi definendo una strategia ampia. 

I sindacati confederali

I sindacati hanno commentato con la necessità trovare la soluzione rapida ad un problema che da sempre mina alcuni settori, particolarmente l'edilizia ma non solo, strategici per l'economia del Paese.

Maurizio Landini della Cgil propone una sorta di "patente a punti" per le imprese: "Sul fronte della sicurezza sul lavoro è il momento di intervenire anche sulle ditte in appalto: chi non rispetta i contratti e le leggi non deve essere messo nella condizione di lavorare.

Va introdotta la patente a punti per le imprese e allo stesso tempo c'è bisogno di non continuare a dare soldi pubblici o sostegni alle imprese che non rispettano e non applicano le norme sulla salute e sulla sicurezza", dice Landini, secondo il quale "L'incontro non ha risposto a tutte le problematiche, alle questioni poste: c'è una disponibilità ad avviare un confronto, ed è stato proposto un tavolo il 26 gennaio sull'alternanza scuola lavoro, e a fissare altri incontri su settori specifici, come l'agricoltura e l'edilizia".

Per Giorgio Graziani, segretario confederale della Cisl ha ribadito "la necessità di attivarsi speditamente su tre filoni in particolare: un sistema sanzionatorio e di vigilanza più incisivo anche attraverso un maggior coordinamento ed il potenziamento degli organici degli enti preposti, affiancato ad un modello di qualificazione delle imprese che premi i comportamenti virtuosi a partire dalla corretta applicazione dei contratti e delle norme vigenti; la prevenzione come strategia centrale per la riduzione di infortuni e malattie professionali basata su una diffusione specifica e mirata della formazione e sul coinvolgimento partecipato di chi rappresenta il lavoro a tutti i livelli; il reinvestimento in programmi di formazione e prevenzione delle risorse disponibili dell’Inail; l’allargamento della platea degli assistiti e l’innalzamento delle rendite da infortuni e malattie professionali.

Se vogliamo fare un salto di qualità culturale sarebbe poi importante ed opportuno inserire nei programmi scolastici il tema della formazione della sicurezza sul lavoro, accorgimento necessario a sensibilizzare quelli che saranno i futuri lavoratori ed imprenditori di domani.

È fondamentale, poi, che l’innovazione tecnologica venga messa al servizio della salute e sicurezza dei lavoratori, non soltanto dei profitti". 

Pierpaolo Bombardieri, della Uil sottolinea come "La gente continua a morire e noi continuiamo a discutere. E' stato un incontro sicuramente positivo, Noi abbiamo però bisogno di risposte concrete! "Bisogna fare presto", ha detto rimarcando che ci sono troppi incidenti sul lavoro e che l'obiettivo deve essere quello di arrivare a "zero morti".

All'incontro c'erano "40 sigle" e "mezzo governo, abbiamo sentito tante belle chiacchiere ma fatti pochi. Bisogna capire se ci saranno più investimenti, se ci saranno più ispezioni, se si lavorerà di più sulla formazione e sulla prevenzione. Queste risposte, da questo tavolo, non le abbiamo avute".

Gli altri sindacati

Presenti al tavolo anche Cisal e Ugl. Massimo Blasi, segretario confederale della Cisal sottolinea come "le tragiche notizie, con infortuni e incidenti mortali, che arrivano dai luoghi di lavoro impongono un’azione costante ed incisiva, con finanziamenti che puntino a risultati concreti e restituiscano dignità e rispetto a tutti i lavoratori.

La prevenzione resta obiettivo primario, da perseguire, rivedendo alcune norme del testo unico, rafforzando i controlli ma anche investendo in formazione, senza la quale il rischio è allentare l’attenzione nei confronti della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

I costi e le procedure per la sicurezza non possono essere considerati un costo, ma un virtuoso investimento per il benessere di chi lavora e lo sviluppo delle stesse aziende”.

Paolo Capone, segretario Ugl sottolinea invece "Come Ugl abbiamo più volte evidenziato diverse criticità in merito alle strategie di prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro messe in campo a livello nazionale o locale.

Nello specifico rilevo l'esclusione delle rappresentanze datoriali e sindacali all'interno di organi come il Comitato per l'indirizzo, la valutazione e il coordinamento delle attività di vigilanza e il Sistema informativo nazionale per la prevenzione".

Capone ha anche sottolineato la "una preoccupante e progressiva riduzione degli organi ispettivi deputati alla vigilanza e ai controlli.

È fondamentale potenziare il coordinamento delle banche dati (Inps, Inail, Istat, ministeri del Lavoro e della Salute), costituire un'Agenzia nazionale unica preposta alla vigilanza, controllo, e alle attività ispettive. Bisognerà poi investire di più in corsi di informazione, formazione e prevenzione".

Redazione Cuoreeconomico
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