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16/05/2023

Uggè (Conftrasporto): “Inefficienza logistica pesa su competitività italiana, subito interventi strutturali”

(Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto)

Il presidente dell’associazione degli autotrasportatori a CUOREECONOMICO: “Le azioni devono produrre positività alla circolazione e non danneggiare l’ambiente: lavorare su infrastrutture davvero necessarie”

La logistica si prepara a giocare un ruolo fondamentale in questa delicata fase dell’economia. Stretta fra il caro-carburanti e la necessità di essere sempre attenta all’evoluzione del mercato, la logistica italiana ha necessità di crescere, perché senza una crescita del comparto, non ci sarà il decollo dello sviluppo economico del Paese.

CUOREECONOMICO ne ha parlato con Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto.

In questa delicata fase dell'economia, quale ruolo può giocare la logistica per lo sviluppo industriale del Paese? 

Il settore della logistica è fondamentale per rendere competitivo il sistema produttivo italiano. Naturalmente occorre comprendere che è indispensabile avere un sistema che funzioni.

Per questo sarebbe necessario avere un’idea complessiva e precisa del nostro Paese, dalla conformazione ai collegamenti esistenti e a quelli da realizzare, dal tessuto produttivo al mondo dei trasporti, un’idea precisa, anche, di quali siano gli interventi da realizzare.

Porti, interporti, infrastrutture, transiti alpini, debbono avere uno sviluppo armonico per consentire alle merci di giungere nei luoghi di destinazione il più rapidamente possibile.

L’inefficienza logistica pesa come un macigno sulla competitività economica dell’Italia. Faccio un esempio, che poggia sui dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che la dice lunga sul grado di dis-connessione del nostro Paese e sui mancati guadagni in termini economici: se con un programma pluriennale d’investimenti raggiungessimo i più alti livelli d’efficienza logistica della Germania, potremmo guadagnare 2 punti di Pil, pari a 34 miliardi di euro l’anno”.

Quali sono le sfide che attendono il settore? 

Innanzitutto riuscire a realizzare un confronto costante a livello politico con il ministero competente. Digitalizzazione, personale viaggiante, certezza dell’applicazione delle regole ed un Piano della logistica che definisca tempi e modi della sua realizzazione.

Certo un’incidenza importante sarà quella che si vorrà dare al tema ambientale, che rischia, se portato avanti secondo una logica insensata, di mettere fuori gioco le imprese del trasporto e della logistica”.

Cosa manca all'Italia per essere competitiva su questo fronte col resto d'Europa e quindi dove indirizzare il Pnrr?

Occorre individuare interventi infrastrutturali che producano positività alla circolazione e conseguentemente non danneggino l’ambiente.

Questo non è negato dal Pnrr, ma si è data un’interpretazione distorta e a mio avviso errata della transizione, fornita da chi gestiva la politica dei trasporti quando il Pnrr prendeva forma.

Quindi la soluzione per superare il gap è necessariamente questa: più opere infrastrutturali necessarie e meno finanziamenti per piste ciclabili non indispensabili, o per campi da golf o stadi per il calcio. Occorrerà a questo proposito verificare la disponibilità europea”.

Di Emanuele Lombardini
(Riproduzione riservata)

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