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05/10/2022

Mims, quasi 4 miliardi per le infrastrutture idriche. E sul Pnrr ha giocato d’anticipo

Seminario sull’aggiornamento trimestrale sull’attuazione del programma e presentazione di investimenti e riforme nel settore idrico. Giovannini: “Già raggiunte tutte le milestones fino al primo trimestre del 2022 e quelli dell’ultimo trimestre sono in fase avanzata. Il 2023 sarà l’anno dei cantieri”

Il ministero per le infrastrutture ha presentato con un seminario on line il primo rapporto su investimenti e riforme per le infrastrutture idriche e con esso anche l’aggiornamento trimestrale sullo stato di attuazione del Pnrr e del Piano nazionale complementare

Il ministro Enrico Giovannini, nell’introdurre l’incontro, ha sottolineato come “il Pnrr ed il Pnc sono uno sforzo di tutto il Paese.

Il ministero ha raggiunto gli obiettivi assegnati, sono state raggiunte tutte le milestones del 2021 ed i primi tre mesi del 2022 e anche quelli dell’ultimo trimestre 2022.

Restano da completare la riforma delle concessioni portuali, il cui regolamento è stato predisposto ed è al vaglio delle altre istituzioni e gli investimenti ferroviari, che sono in dirittura d’arrivo per la definizione delle gare.

Complessivamente sono stati stanziati 61 miliardi di fondi, che saranno tutti allocati entro dicembre: molte delle procedure sono però gia partite. Quindi molti cantieri apriranno nel 2023, dopo la grande opera di progettazione fatta in quest’anno”.

Per quanto concerne le infrastrutture idriche, l’investimento è di 3,9 miliardi, dei quali 2,9 del Pnrr. Si tratta di investimenti che, ha spiegato Giovannini “intervengono sia sulla mitigazione, che su sicurezza ed ampliamento, per limitare le perdite idriche, molto alte soprattutto nel mezzogiorno. Le risorse sono accompagnate da una riforma della governance, che era insufficiente”.

I traguardi raggiunti ed anticipati

Complessivamente sono 57 i traguardi di cui il ministero è responsabile, 47 per gli investimenti e 10 per le riforme.

Descrivere i 9 traguardi raggiunti ed i 3 anticipati è toccato a Davide Ciferri, coordinatore dell’unità di missione del Pnrr: “Con le innovazioni apportate sul contratto di programma fra Mims e RFI - sottolinea - si riducono da 24 ad 8 mesi per l’approvazione, vengono eliminate le duplicazioni amministrative e viene migliorato indirizzo strategico. Inoltre, l’Iter autorizzativo ridotto dei progetti ferroviari  si riduce del 45%”.

Per quanto concerne i traguardi anticipati, Ciferri ha spiegato che “relativamente alla semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica in ambito portuale, è stata predisposta la bozza e si va verso l’emanazione, mentre entro fine anno partiranno gli appalti per l’aggiudicazione delle concessioni nelle aree portuali ed i collegamenti alta velocità sulle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania”.

Il 71% delle risorse allocate sono state destinate alla transizione ecologica.

(Davide Ciferri, coordinatore dell’unità di missione del Pnrr)

Infrastrutture idriche: eccellenze “antiche”

Il professor Attilio Toscano dell’Università di Bologna e della struttura tecnica di Missione ha parlato degli investimenti sulle infrastrutture idriche: “Abbiamo varato un nuovo piano di interventi - ha spiegato - Si raccolgono i fabbisogni delle zone e delle regioni e poi si procederà a finanziare.

Ci sarà anche il coinvolgimento di Arera. Le infrastrutture idriche italiane sono di eccellenza, ma hanno bisogno di ammodernamento, per allinearli agli standard internazionali.

Soprattutto c’è un gap molto forte fra Nord e Sud: parliamo di opere incompiute e di interventi di manutenzione per garantire maggiore sicurezza ed approvvigionamento idrico. Bisogna rendere efficienti e resilienti le strutture idriche primarie”.

Angelica Catalano direttore generale delle dighe e infrastrutture idriche ha sottolineato: “Sono già stati finanziati progetti per 1,3 miliardi di euro su una disponibilità di 2 miliardi, dei quali 708 milioni relativi alla linea di investimento del Pnrr.

Al piano straordinario sono andati 250 milioni, allo stralcio della sezione ex invasi 250 ed alla ex sezione acquedotti 39 milioni”.

Cresceranno Pil e posti di lavoro

La parte finale è stata dedicata ai soggetti attuatori. Michaela Castelli, presidente di Utilitalia, la federazione che riunisce le Aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell'Acqua, dell'Ambiente, dell'energia elettrica e del Gas: “I provvedimenti attuati – ha sottolineato – avranno un impatto positivo di 0,8 punti sul Pil e stimiamo possano portare a 169.000 posti di lavoro collaterali ai progetti.

La realizzazione interventi porterà 600 milioni metri cubi acqua in più per le famiglie contribuisce a ridurre il gap infsrttutturale fra nord e sud a livello di investimenti. Siamo agli inizi di un lungo percorso che speriamo non venga interrotto”.

Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale bonifiche ed irrigazione ha invece espresso soddisfazione soprattutto “della concretezza del Ministero e del rapporto avuto con noi: ci siamo sentiti finalmente parte del Paese, mentre spesso venivamo chiamati ad intervenire dalla sera alla mattina. Stavolta c’è stata una pianificazione”.

Abbiamo davanti – ha concluso – la sfida del cambiamento climatico, da vincere migliorando le infrastrutture, per aiutare soprattutto l’agricoltura e aumentando la capacità di invaso di quelli esistenti e miglioramento degli invasi, anche attraverso il  nuovo Piano che abbiamo pensato insieme a Coldiretti”.

Di Emanuele Lombardini
(Riproduzione riservata)

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