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23/09/2022

Di Caterina (Alis): «Intermodalità chiave per unire sostenibilità economica, sociale e ambientale»

(Marcello Di Caterina, vicepresidente di Alis)

A colloquio col vicepresidente della maggiore associazione impegnata sul fronte della logistica sostenibile: «Gli investimenti dei privati stanno dando frutti, ma occorre il sostegno pubblico. Lavorare per costruire una nuova sensibilità e formare nuove professionalità»

Logistica e mobilità intermodale. I due termini viaggiano necessariamente a braccetto da sempre, ma ancora di più in questa fase nella quale lo sviluppo delle infrastrutture diventa fondamentale per far muovere un’Italia che deve correre per recuperare la competitività persa.

L’Italia però su questo fronte paga dazio e il Pnrr può essere una grande occasione per colmare il gap col resto d’Europa. Ma a che punto siamo veramente?

CUOREECONOMICO ne parla con Marcello Di Caterina, vicepresidente di Alis, Associazione per la logistica intermodale sostenibile.

«Nelle strategie aziendali, grazie anche al Pnrr - sottolinea Di Caterina - sta aumentando sempre più il peso attribuito alla sostenibilità ambientale, che non è più vista solo come un dovere, come un obbligo imposto da normative comunitarie ed internazionali, ma è una scelta di responsabilità ed un vero e proprio valore aggiunto per le imprese stesse, per i propri lavoratori, per i territori e per l’intera collettività.

Questo è il sentimento che ha mosso da sempre le aziende associate ad Alis, profondamente impegnate nello sviluppo dell’intermodalità come alternativa immediata e soluzione attualmente più valida per coniugare la sostenibilità economica e sociale con quella ambientale».

«In questa direzione - prosegue - risultano fondamentali gli investimenti privati degli imprenditori del settore in nuovi mezzi moderni ed efficienti, in nuovi strumenti tecnologicamente avanzati, in nuove competenze altamente qualificate, in nuovi collegamenti marittimi e ferroviari in grado di rendere più rapidi, sicuri e sostenibili i trasporti delle merci in tutto il territorio e, in particolare, in quello insulare».

Investimenti sull’intermodalità sostenibile: i benefici

«I numeri certificano che questa strada sta portando frutto: «I benefici derivanti sono tangibili e riguardano l’intera collettività - prosegue il manager - pensiamo ad esempio che, proprio grazie all’intermodalità, il nostro cluster nel 2021 ha generato 2,2 miliardi di euro di risparmi in termini di esternalità ambientali e 3,4 miliardi di risparmi sui beni di largo consumo e prima necessità.

Ma tale impegno privato deve essere accompagnato da misure pubbliche, come il Marebonus e il Ferrobonus, e da risorse concrete, come avvenuto ad esempio destinando alle Regioni meridionali il 40% delle risorse del PNRR e l'80% del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027, volte a sostenere le imprese per raggiungere i target di sostenibilità e, appunto, anche per ridurre o colmare il divario esistente tra Nord e Sud».

Logistica sostenibile: la sfida del futuro

Una cosa è certa: la ripartenza del Paese non può prescindere dalla una logistica sostenibile, sotto tanti aspetti. Di Caterina spiega: «Un nuovo approccio culturale ed una nuova visione più attrattiva del trasporto e della logistica sostenibili sono necessari per far comprendere, specialmente alle nuove generazioni, le numerose ed entusiasmanti opportunità di ingresso nel mondo del lavoro e di crescita formativa e professionale che il nostro settore offre, così come per adeguarsi alla trasformazione in atto, partendo dall’evoluzione tecnologica fino alle più recenti normative europee ed internazionali in materia di ambiente e clima».

«In altre parole - prosegue il vicepresidente di Alis - questa trasformazione, che con il Pnrr abbiamo iniziato a definire anche nel linguaggio comune “transizione digitale ed ecologica”, sta cambiando rapidamente i comportamenti e le abitudini di cittadini e consumatori e, di conseguenza, le aziende stesse si trovano a dover modificare i loro modelli di business e definire nuove strategie.

Proprio il trasporto e la logistica sono infatti profondamente coinvolti in tali processi di transizione e Alis lo ha compreso sin dalla sua costituzione, lavorando intensamente - insieme alle 2.000 realtà ed imprese associate e ai 220.000 lavoratori - per far riconoscere maggiore dignità e credibilità ad un settore decisamente strategico per l’economia nazionale, europea ed internazionale».

Il Mediterraneo e le  “Autostrade del mare”

Un’altra chiave dell’Italia futuro è la valorizzazione del Meridione. Recentemente l’associazione ha organizzato un ciclo di eventi  denominato “Alis on tour in cui è emerso anche un focus specifico sulle “Autostrade del mare”: «Negli appuntamenti organizzati tra maggio ed agosto a Roma, Napoli, Manduria e Catania - spiega Di Caterina - abbiamo voluto evidenziare la strategicità del settore del trasporto e della logistica per il sistema produttivo nazionale e per i nuovi scenari euro-mediterranei, ma anche la valorizzazione del Made in Italy e delle eccellenze imprenditoriali, focalizzando in particolare l’attenzione sullo sviluppo del Sud e sull’importanza della posizione geografica nel bacino del Mediterraneo».

«Proprio su questo - aggiunge - da sempre riteniamo fondamentale potenziare i collegamenti marittimi e le Autostrade del Mare, valorizzando un’economia davvero strategica per il nostro Paese considerato che, come confermato anche da una recentissima indagine sui trasporti internazionali di merci pubblicata dalla Banca d’Italia, gli armatori italiani del settore Ro-Ro (Roll on-Roll off, i traghetti progettati per il trasporto di veicoli su gomma ndr) detengono una quota di mercato del 43,6%, al primo posto tra i vettori mondiali.

A tal proposito, considerando anche l’attuale preoccupazione per le conseguenze della crisi in Ucraina e per gli aumenti dei prezzi di materie prime e carburanti, che stanno portando  ad un rallentamento dell’attività economica e ad un’impennata dei costi operativi, abbiamo anche sottolineato che, grazie agli investimenti e ad uno spirito maggiormente collaborativo degli armatori, proprio nel settore Ro-Ro i noli sono aumentati solo del +20% e su talune linee sono rimasti essenzialmente invariati, a differenza delle navi contenitori e delle navi rinfusiere che negli ultimi due anni hanno raggiunto altissime percentuali di aumento dei noli».

Obiettivo: proseguire sulla strada della decarbonizzazione

Ma l’Italia può davvero recuperare competitività sul fronte logistico e dei trasporti? Di Caterina non ha dubbi: «Certamente il Pnrr continuerà a rappresentare uno strumento fondamentale per giungere ad una modernizzazione del settore e ad una vera mobilità green in linea con gli obiettivi, i piani di investimento, le misure di politica industriale ed i finanziamenti collegati alla strategia internazionale di decarbonizzazione, che vede il doppio orizzonte del 2030, con la netta riduzione di emissioni e sostanze inquinanti, e del 2050, con la sfida della carbon neutrality».

«Pertanto - avverte il vicepresidente di Alis - il Governo che si insedierà in autunno dovrà avere la lungimiranza di cogliere questo momento per proseguire il percorso avviato e sicuramente per risolvere il problema della preoccupante carenza di figure qualificate nel comparto, incentivando i giovani a scegliere queste professioni e, al tempo stesso, diminuendo i costi di accesso ed aumentando il ricorso alle nuove tecnologie, per le quali sono appunto richieste competenze digitali sempre più specifiche e qualificanti».

Di Emanuele Lombardini
(Riproduzione riservata)

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